Perchè visitare San Miniato

San Miniato, la Città delle XX miglia

Il titolo le deriva dalla sua particolare collocazione geografica. San Miniato è situato lungo la via Francigena, che collegava nel Medio Evo l’Europa settentrionale a Roma, flusso ininterrotto di uomini,eserciti, traffici, idee e culture.

Su questa direttrice, San Miniato era all’incrocio,nel cuore della Valle dell’Arno,delle strade fra Firenze e Pisa,Lucca e Siena.Ed entro le venti miglia si collocavano anche Pistoia e San Gimignano,Volterra e Vinci.

Da San Miniato potete comodamente raggiungere Pisa, Firenze, Siena, Volterra, Lucca, la Versilia, le Alpi Apuane, etc

Sono molte le ragioni che ci portano a considerare San Miniato come una delle zone più importanti per la ricerca del tartufo e ad indicarla come la capitale del tartufo bianco italiano,

ogni anno le ultime tre settimane di novembre e la prima di dicembre si svolge la Mostra del Tartufo Bianco Di San Miniato: il laboratorio del gusto che si snodo tra vie e piazze più grande d’Italia

 

TARTUFO

Il tartufo bianco più grande del mondo, di Kg 2,520, che è nel  guinnes dei primati è stato trovato a San Miniato il 26 ottobre  1954 da un tartufaio di Balconevisi, Arturo Gallerini, detto il Bego, in un luogo chiamato La Vallina. Questo tartufo fu comprato dal  commerciante  albese Giacomo Morra, che veniva spesso a San Miniato a comprare grandi partite di tartufi bianchi. Per cinquanta anni i retroscena su chi fosse il cercatore che ha trovato il tartufo più grande del mondo è rimasto segreto e lo abbiamo scoperto solo nel 2003. La storia dice che questo tartufo fu regalato al presidente degli Stati Uniti Eisenhower. Oggi a San Miniato abbiamo un documento in metallo dedicato al Bego ed al suo cane Parigi.

 

NAPOLEONE

Napoleone venne una prima volta a San Miniato, da giovane per avere l’attestato di nobiltà della propria famiglia,un ramo nobile della quale abitava proprio nella città della rocca, che gli fu indispensabile per potere accedere all’accademia militare francese di Brienne e intraprendere così una brillante carriera .  Ritornò a San Miniato nel giugno del 1796, durante la campagna d’Italia, per fare visita allo zio canonico Filippo Bonaparte. Non sappiamo se l’Imperatore ha mai assaggiato anche i tartufi bianchi di San Miniato, durante il suo soggiorno nella cittadina toscana, ma sappiamo che la famiglia Bonaparte era molto influente in città ed aveva molti possedimenti nel territorio.

SAN MINIATO, TERRA DI TARTUFO E NON SOLO

Quando si parla di San Miniato subito si pensa al tartufo. Ma tra le eccellenze alimentari che questo territorio offre, ci sono molti altri prodotti, riconosciuti a livello nazionale.

Su tutti spicca il vino. Prodotto con vitigni di qualità autoctone, il vino delle colline sanminiatesi ha come fiore all’occhiello il Sangiovese, anche se non sono da meno il Canaiolo, il Colorino ed il Trebbiano, Malvasia Bianca, San Colombano, Canaiolo Rosa e Malvasia Nera. Ma vi sono anche importanti qualità alloctone quali il Cabernet, il Merlot ed il Syrah. Curiosa è la presenza di Tempranillo, che sembra affondare le proprie origini negli antichi viaggi dei pellegrini sulla via Francigena.

Ma San Miniato è anche una zona dedicata alla coltivazione dell’olivo, com’è evidente in alcuni antichi dipinti, oppure nei collegamenti produttivi e commerciali e nei contatti con alcune aree vicine, dove i Medici avevano fattorie e vivai. Insieme alle altre varietà di olivo tipico toscano quali Frantoio, Oraiolo e Leccino, nelle nostre colline troviamo un’alta densità di Mignole, olivo particolarmente pregiato per l’elevata qualità del suo olio. L’oliva mignola, essendo una varietà che produce molto e matura in ritardo, consente agli agricoltori una raccolta differenziata. Dalla loro spremitura si ottiene un olio di colore verdognolo chiaro, con un aroma dal gusto erbaceo amarognolo e piccante.

Ma anche nel mondo degli ortaggi la città di San Miniato eccelle, grazie al famoso carciofo. Si tratta di una coltivazione autoctona frutto di una selezione di cardoni selvatici locali, molto diffusi nelle nostre campagne. E’ di colore verde intenso sfumato verso l’apice, ha una forma tondeggiante e le sue foglie sono tenere e compatte, dal sapore intenso e amaro. Sono senza spine e, viste le notevoli dimensioni, questi prodotti vengono chiamati “mamme di San Miniato”. Da segnalare anche il pomodoro “grinzoso”, la più antica coltivazione conosciuta su questo territorio, mentre, una particolare menzione la meritano i dolci: la tradizione sanminiatese vede brillare su tutti il cantuccio di Federico o cantuccio di San Miniato, la schiacciata pasquale, gli anicioni (biscotti al gusto di anice) e la famosa schiacciata con l’uva.

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